Ciao a tutti. 

Mi chiamo Sandro Dandria e attualmente mi occupo della gestione dei 

laboratori di musica presso la scuola  di Artiterapie M.B.A.  

Vi voglio presentare, in questa introduzione,  in questa  puntata, diciamo così, zero, l’idea alla base del podcast che ho  intenzione di portare avanti per un po’ nei prossimi tempi il cui titolo è Molliche d’Ascolto

 Perché questo podcast? 

 Per una serie di motivi il primo dei quali, e forse il più importante, è che oggi come oggi, nel nostro modo di vivere e nella   nostra società, in realtà siamo subissati da moltissimi stimoli visivi e molto spesso l’orecchio, e la parte dedicata all’ascolto di quello che sta intorno a noi, viene sacrificato e non gli viene data la necessaria importanza. 

 La cosa è abbastanza paradossale perché, in realtà, noi siamo sommersi dalla musica  ventiquattro ore al giorno.  

Abbiamo musica da tutte le parti. Abbiamo musica quando andiamo al supermercato, quando prendiamo che ne so l’ascensore, c’è musica di sottofondo quando facciamo gli happy hour. Sempre. 

Tutto questo, lungi dal creare attenzione e un amore maggiore per la musica, in realtà provoca esattamente l’effetto contrario. Crea cioè assuefazione ed abitudine con la conseguente incapacità di concentrarsi e di fruire e  godere di tutto quello che la musica può dare. 

 In realtà non sono il solo pensarla così. Ci sono tantissimi musicisti anche molto importanti che condividono con me questa opinione, o meglio non  è che la condividono ,  ma hanno espresso più volte la loro opinione, simile alla mia, al riguardo. 

 Uno di questi, ad esempio, è Nicola Piovani che voi tutti conoscete immagino, o  che dovreste conoscere, come musicista molto attivo nel campo soprattutto della produzione  delle colonne sonore di tantissimi film italiani di registi importanti come Fellini o Benigni, ad esempio. Nicola Piovani, tra gli altri riconoscimenti,  ha vinto il premio Oscar per le musiche di “La vita è bella” di Benigni, e ha scritto un libro nel 2014, se non sbaglio, edito da Rizzoli il cui titolo è veramente emblematico:”  La musica è pericolosa” , il che detto da musicista così importante, così bravo e così affermato può sembrare abbastanza strano. 

 In realtà quando ho letto questo libro ho realizzato che c’era  qualcuno che la pensava esattamente come  me al riguardo, perché io io ho sempre parlato di queste cose nei vari corsi che ho tenuto nel corso, scusate la ripetizione,  degli anni con studenti e allievi di varie accademie. 

 La musica è pericolosa perché  siamo sovraesposti a questo tipo di sollecitazione, al punto tale da non riuscire più a distinguere e a discernere quelli che sono gli elementi validi  da quelli che possono essere meno interessanti  e soprattutto ci perdiamo il gusto di poter avvicinarsi ad una forma d’arte molto importante e la riduciamo spesso a pura fonte di  consumo e di divertimento molto superficiale ignorando tutte le possibilità che  essa ci può dare per nutrire il nostro intelletto, il nostro spirito e la nostra creatività. 

 Perché il titolo di questo podcast è “ Molliche d’Ascolto”? 

 Perché in realtà, lungi da me l’idea di dare a ognuno di  voi un corso esaustivo che non avrebbe molto senso, e che magari non sarei nemmeno in grado di sviscerare in tutti gli aspetti, voglio lanciarvi delle molliche, tipo Pollicino, perché voglio darvi degli spunti per un percorso che poi, in realtà , voi dovrete fare per conto vostro perché quello che mi interessa di più  è che voi riusciate a crearvi il vostro modo di ascoltare , il vostro modo di fruire la musica  senza farvi influenzare troppo da quelli che sono i pareri e le mode del momento, e senza  fossilizzarvi soprattutto su un genere in particolare,  perché quello che è importante  è capire che in tutti i generi musicali c’è del buono, in tutti i generi musicali ci sono delle cose eccezionali, in tutti ci sono cose meno buone e anche cose poco interessanti o brutte.  Non è detto pertanto, come esempio, che la musica classica sia tutta bella e che la musica pop faccia tutta schifo. Come non ha senso affermare il contrario. 

 E’ un po’ quello che succede in tutte le altre forme artistiche. Cioè è chiaro che poi ognuno avrà i suoi, che ne so, pittori preferiti. Uno potrà preferire Van Gogh a Caravaggio piuttosto che Kandinsky, Munch o Paul Klee ma nessuno  potrà dirti che uno di questi fa schifo solo perché non gli piace particolarmente. La stessa cosa si può dire per i grandi scrittori, per grandi poeti ,per i grandi danzatori, per le grandi cantanti, per grandi scultori così via. 

Spesso le distinzioni in  generi diversi , nella musica, vengono fatte ad uso   commerciale. 

 In realtà il bello lo troviamo ovunque. Basta saperlo cercare e, soprattutto, basta allenare la nostra sensibilità a coglierlo.  

Come procederemo in questo cammino? 

Semplicemente, si fa per dire semplicemente, affrontando brani musicali di vario tipo e di vari generi, cercando di fornire un modo particolare  di ascoltarli, dando ovviamente alcune indicazioni e alcune  nozioni per inquadrare il contesto, l’autore, le caratteristiche del brano, per darvi modo di diventare quello che io chiamo spesso e volentieri durante gli incontri con i ragazzi un “ ascoltatore attivo “,  cioè partecipe e consapevole il che è  molto spesso  il contrario di quello che noi siamo oggi, cioè ascoltatori passivi che subiscono  in modo spesso acritico tutto quello che ci viene proposto. 

 Solo così questi brani vi potranno aprire nuovi orizzonti.  

“Open your mind” dicono gli inglesi e diventate ascoltatori e, soprattutto, persone migliori.  

 Detto questo ho parlato anche troppo per una puntata introduttiva per cui vi lascio e vi do appuntamento al primo numero reale che verrà pubblicato quanto prima. 

 Nel frattempo…… Ciao a tutti e…fate i bravi.