Seconda Puntata

Dai Doors a Brecht/Weill e viceversa…..

Ciao a tutti e benvenuti alla seconda puntata di Molliche d’ ascolto. 

Era il 1966 quando i Doors fecero uscire il loro primo album omonimo che conteneva alcune canzoni molto importanti tipo “ Light My Fire” ,  “ Break on  Through”, “The End” e anche una canzone particolare,  “Alabama  Song “ che è l’argomento di questa seconda puntata. 

Intanto  c’è da dire che il nome Doors il gruppo l’ha preso da un saggio di Aldous Huxley intitolato :” The Doors  of perception”. 

 Questo saggio parla delle esperienze che il protagonista fa tramite l’uso di mescalina e  altre sostanze allucinogene. 

 I Doors  si inserivano in questo modo nella maistream di quel periodo, fine anni 60 primi anni settanta, in cui moltissimi musicisti e gruppi rock facevano uso di sostanze diciamo non del tutto lecite, mutuando questa abitudine dai musicisti jazz che da qualche decennio avevano introdotto l’uso di droghe di vario tipo nella loro vita artistica,  pagando spesso con la vita questa abitudine. Un nome su tutti , Charlie Parker.  

Nei musicisti rock l’uso e l’abuso di queste sostanze diventerà sempre più “ di moda “, fino ad arrivare alle famose morti del 1970 dello stesso Jim Morrison, di Jimi Hendrix  e di Janis Joplin.  

 Comunque torniamo a noi e parliamo di Alabama Song. 

 Io devo confessare che in realtà non sono mai stato un grossissimo fan dei Doors . So che con questo mi attirerò gli strali di alcuni di voi  ma devo dire che nel gruppo mi ha sempre interessato praticamente solo la figura di Jim Morrison sia per le caratteristiche della sua voce molto particolare che come personaggio e come artista diciamo completo. 

 Questa canzone però è stata una di quelle che mi ha interessato di più perché in realtà ogni volta che l’ascoltavo mi trovavo di fronte a qualcosa di abbastanza strano nel senso che è una canzone sostanzialmente suddivisa  in due parti. 

 C’è una prima parte, diciamo la strofa, molto ritmica che è quasi una marcia, mentre  la seconda parte ,  il ritornello, è molto melodica e cantabile pur se sostenuta anche qua da una musica che   assomiglia molto a una marcia. E queste due parti a differenza di quello che succede normalmente in tante canzoni sembrano non essere quasi comunicanti nel senso che sembrano appartenere a due canzoni diverse . 

Direi che comunque,  al solito, prima magari ne ascoltiamo un pezzettino tanto per farvi capire meglio di che cosa stiamo parlando. Eccolo qua. 

 E’ un brano abbastanza curioso fuori dai canoni delle canzoni soprattutto nella seconda metà degli anni sessanta. 

 Il testo dice : Fammi vedere la strada per il prossimo whisky bar  e non chiedere perché, non chiedere perché . Perché se non troviamo la strada per il prossimo whisky bar,  ti dico che noi dovremmo morire dovremmo morire…..” . 

 Poi c’è questo inciso :O luna d’Alabama, noi dobbiamo dire addio. Abbiamo perso la nostra buona vecchia madre e dobbiamo bere whisky e tu sai il perché….”  

Abbastanza intrigante, molto strano,  con la voce di Jim Morrison che domina su tutto  e questo arrangiamento proprio pum-pa  pum-pa  pum-pata tipo marcia.  

Sono questi gli elementi che mi hanno sempre interessato e  intrigato di questo brano che risulta  diverso  dalla solita canzone pop anche in un periodo come quello di fine anni sessanta primi settanta dove in realtà si sperimentavano un sacco di nuove possibilità. 

 Tutto questo è rimasto un  episodio praticamente a se stante nell’ evolversi  dei miei gusti musicali fino a quando, qualche decennio dopo, mi sono scontrato  e incontrato di nuovo con Alabama Song perché, lavorando al Festival di Edimburgo in uno spettacolo dedicato a Bertolt Brecht e Kurt Weill, a un certo punto ho ritrovato questa canzone. 

Kurt Weill

 Li ho scoperto che in realtà, e  chiedo venia per la mia ignoranza,  Alabama Song, che io e non solo io, avevo sempre pensato fosse dei Doors in realtà era del duo Bertolt Brecht (1898-1956) e Kurt Weill (1900-1950). 

Bertolt Brecht

 Chi sono stati Brecht e Weill?  

Sono stati  sono una delle coppie artistiche più importanti della prima metà del 900 e con la loro attività hanno praticamente rivoluzionato è caratterizzato tutta la produzione teatrale e non solo , innovando tantissimo il linguaggio e l’approccio al lavoro teatrale con una grande attenzione anche all’utilizzo della musica. all’interno dei loro spettacoli. E anche se la loro collaborazione è durata solamente sette anni è stata veramente foriera di tantissime innovazioni. 

 Non è qui il luogo per discutere di questo aspetto che  vi invito ad approfondire un po’ per  conto vostro. 

 Quì volevo solamente parlare un attimo della genesi di questa canzone perché in realtà Alabama Song ha avuto una gestazione molto complessa. E’ cominciata all’inizio degli anni venti con un testo e musica di Brecht ,poi stata rimaneggiata più volte fino ad essere inserita definitivamente, con la musica di Weill, nel 1930 nell’opera “L’ascesa e la caduta della città di Mahagonny” (titolo tradotto dal tedesco), opera che il duo Brecht Weill ha scritto qualche anno dopo aver dato alla luce il loro capolavoro assoluto che è “ L’opera da tre soldi “.  

In questa Ascesa e caduta della città di Mahagonny il secondo brano è appunto Alabama Song. 

 Mahagonny è una città  immaginaria negli Stati Uniti. Dovete tenere conto che nel 1930 chiaramente sia Brecht che Weill  facevano  della satira anche abbastanza importante e feroce nei confronti della loro nazione che era la Germania, ma non potendola fare esplicitamente dovevano in qualche maniera camuffare, per cui hanno spostato lo sviluppo della vicenda negli Stati Uniti in questa fantomatica città di Mahagonny  diventata improvvisamente molto importante  perché c’erano delle miniere d’oro,  e successivamente, con il loro esaurirsi aveva subito un rapido declino fino ad arrivare al fallimento. 

 Sostanzialmente  questo canto è il canto di chi tornava dalle miniere e andava appunto  nei bar così per svagarsi e per dimenticare un po’ gli affanni  della  giornata. 

L’orchestrazione di Weill è quella che vi faccio sentire adesso in questo estratto ricavato da uno spettacolo fatto in Italia non molti anni fa.  

 E’ chiaro che molte cose acquistano un significato  completamente diverso  perchè qua siamo in presenza di un musicista, Kurt Weill, veramente preparatissimo, geniale, che mischia sapientemente elementi di musica diciamo così popolare  con elementi di musica colta (lo fa  in quasi tutti i suoi pezzi) , utilizzando anche strumentazioni miste, cioè strumenti diciamo classici con strumenti proprio di derivazione popolare, non in questo caso, ma lui utilizza la chitarra,  spesso i sassofoni ,tromboni e percussioni  certo non usuali nella musica classica, con una sapienza e con una intelligenza artistica veramente incredibile. 

 In questa versione si capiscono un bel po’ di cose.  Innanzitutto il fatto che la  velocità sia completamente diversa e ciò dà un senso molto più angosciante al coro dell’inizio di queste anime perse che arrivano  alla ricerca di questo bar, fantomatico whisky bar. 

 Poi anche l’inciso ha delle caratteristiche particolari ed è abbastanza diverso da quello dei Doors.  Perché ascoltando questa che è l’orchestrazione di Weill, si capisce come Jim Morrison in realtà abbia appianato molte delle difficoltà di questo pezzo perché  la melodia dell’inciso lui la esegue in modo molto più canzonettistica semplificandola e rendendola meno spigolosa . Questa melodia, infatti,  ha molti salti e  utilizza alcune note  particolari e un po’ ,diciamo così , stortignaccole che danno un senso completamente diverso e più interessante alla linea stessa.   

Ve la faccio sentire in  una versione per nudo pianoforte così magari potete rendervene conto meglio. 

Alabama Song : melodia inciso

 Ecco come avete sentito ci sono un sacco di salti e molte  note che tecnicamente si chiamano cromatismi, cioè note che stanno tra una nota e l’altra , (però non dite a nessuno che ve l’ho detto così ), che rendono  questa melodia abbastanza diversa dalla versione dei Doors e non così orecchiabile. 

 Ma la cosa veramente incredibile,   e molto intrigante di questo brano è il fatto sotto questa melodia c’è un accompagnamento particolare,  interessantissimo, fatto tutto  di accordi estremamente dissonanti  con una scelta proprio delle note che sembrano non c’entrare nulla con le note della linea  melodica,  che però si legano sempre a questa melodia perché almeno una delle note fa parte della linea melodica stessa. 

 Vi faccio sentire, isolato,  questa accompagnamento che c’è sotto che è veramente bellissimo , molto dissonante e che rende perfettamente l’idea della situazione in cui questi tizi si trovavano. 

Alabama Song : accompagnamento dell’inciso

  Il tutto diventa chiaro quando noi aggiungiamo la linea melodica sopra questo accompagnamento e, come dire, improvvisamente tutto torna, e questa atmosfera così cupa e straziata viene completamente alla luce. 

Alabama Song : inciso completo

 Geniale no? 

 Bisogna anche da dire che per personaggi come Weill e Brecht la vita nella Germania degli anni trenta diventava via più difficile tanto è vero che loro, come tantissimi altri artisti,  sono stati costretti ad emigrare e  tutti e due sono arrivati negli Stati Uniti. Kurt Weill attraverso la Francia, Brecht facendo un giro molto più complicato. 

 Weill è passato prima appunto in Francia e poi negli Stati Uniti e praticamente quando ha scritto musica in Francia era più francese dei compositori francesi e quando è arrivato negli Stati Uniti  ha scritto dei brani più americani e  più adatti al musical degli americani stessi. Questo a testimonianza  della sua grande preparazione e della sua ecletticità . 

Alabama Song è diventato quindi un brano “cult”,   eseguito da personaggi molto importanti. 

 Anche David Bowie ne ha fatto una versione molto più teatrale rispetto a quella dei Doors.  

 Se vogliamo individuare uno/una degli interpreti migliori sia di Alabama Song che di tutto il repertorio di Brecht e Weill e anche del repertorio di Weill da solo non possiamo non indicare  la cantante Ute Lemper che vi consiglio di ascoltare e di seguire perché da  di questo brano una versione molto particolare, molto cruda,  scimmiottando anche l’utilizzo di un inglese  con accento tedesco appunto per far capire com’era, in realtà,  considerata allora la musica americana : completamente senza swing, molto teutonica e molto aspra.  

Per concludere bisogna dare   merito comunque ai Doors di avere riscoperto  questo brano e di averlo portato così a conoscenza di moltissimi fan e di moltissimi ragazzi che altrimenti non  lo avrebbero praticamente mai conosciuto, me compreso. 

Con questo sono arrivato alla fine di questa seconda puntata.  

A risentirci alla prossima, 

 Ciao a tutti e……. fate i bravi.