Una splendente e sfortunata meteora nella musica del 900
Puntata numero 37
La musica talvolta mi avvolge come un mare!
e dispiego le vele
Sotto un cielo di nebbia o negli spazi immensi
verso la mia stella pallida.
Con il petto in avanti e polmoni gonfi come vela pesante
mi lancio lungo i crinali ammassati dei flutti
che la notte nasconde.
sento vibrare in me le identiche passioni
di una nave che soffre
il vento favorevole, uragani e tempeste
sullo scuro baratro mi cullano altre volte la calma,
grande specchio della mia disperazione
(Charles Baudelaire)
Questa, per una serie di motivi, è un articolo un po’ diverso dagli altri.
In primo luogo, perché tratterà non come al solito di un brano in particolare, quanto, invece, di un personaggio particolare.
Inoltre, e qui devo fare ammenda e confessare la mia ignoranza, questo personaggio mi era praticamente sconosciuto fino a qualche settimana fa.
Infine, che questo personaggio corrisponde al nome di Lili Boulanger, una delle non tantissime donne compositrici che hanno attraversato le vicende della musica occidentale con una storia artistica e personale di quelle che ti colpiscono e non possono lasciarti indifferente.
Ma è stata la qualità del suo lavoro la molla principale che mi ha spinto a scrivere per poter portare anche a voi la sua musica e per farvi conoscere questa eccezionale compositrice che, non a caso, è stata sovente posta su un podio ideale degli impressionisti accanto ai grandissimi Claude Debussy e Maurice Ravel.
Lili Boulanger
Il rapporto tra le donne e la musica occidentale, nel corso dei secoli, è sempre stato un po’ particolare.
Diciamo che da questo punto di vista la musica jazz e la musica leggera sono state nel loro sviluppo molto più democratiche della musica cosiddetta classica. In effetti, in questi due generi, sono numerosissime le donne che oltre a suonare o cantare benissimo sono, e sono state, anche delle eccellenti compositrici , al punto tale che, per il pubblico, è del tutto normale trovarsi di fronte a donne autrici di canzoni o di brani jazz e non c’è nessuna distinzione e discriminazione di genere.
La musica classica invece è sempre stata un po’ più misogina al confronto. Certo sono tantissime le donne esecutrici, le cantanti o strumentiste di fama mondiale, ma, fino a poco tempo fa, erano relegate a strumenti ritenuti adatti al genere femminile, il violino e soprattutto il pianoforte perché, nei secoli passati, per le donne la musica era sempre considerata come un completamento di una istruzione che doveva servire a principalmente ad allietare gli ospiti della casa o come momento puramente di svago personale. Solo nel secolo scorso, poco per volta, le ragazze hanno cominciato ad avvicinarsi anche tutti gli altri strumenti dell’orchestra tanto che ormai ci sono, ad esempio, moltissime suonatrici di strumenti una volta ritenuti tipicamente maschili come il trombone o il contrabbasso. Ancora oggi però il numero delle donne che dirigono le orchestre è abbastanza esiguo perché è un campo ritenuto ancora molto maschile.
La parte che riguarda la creazione e composizione della musica è sempre stata, ancor di più, appannaggio degli uomini. Quasi come un feudo tipicamente maschile. Ci sono state, è vero, alcune compositrici molto importanti nel corso dei secoli ma il loro numero è clamorosamente inferiore rispetto a quello degli uomini.
Diciamo che, paradossalmente ma neanche tanto, le due più famose compositrici sono quelle che hanno dovuto o voluto rinunciare alla loro attività proprio a seguito delle abitudini e delle convenzioni della società in cui vivevano. Parlo, ad esempio, della sorella più grande di Mozart, Maria Anna, soprannominata affettuosamente Nannerl che ha detta di Wolfgang Amadeus Mozart stesso era addirittura più brava di lui , la cui carriera però e stata sacrificata dal padre Leopold per promuovere quella del figlio maschio.
Nannerl e Wolfgang Amadeus Mozart
L’altro l’esempio è quello di Clara Schumann, bravissima pianista e eccellente compositrice, che rinuncio quasi del tutto alla parte riguardante la composizione musicale quando sposò Robert Schumann sostenendo tra l’altro che era giusto che l’aspetto creativo nella musica fosse lasciato solo al marito.
Clara Shumann
L’idea di fare questa puntata mi è venuta, come dicevo, qualche settimana quando, durante la preparazione di quella riguardante Eric Satie, mi sono imbattuto in un brano veramente interessante di un autore sconosciuto che ho scoperto successivamente essere la più piccola delle sorelle Boulanger.
Dico questo perché conoscevo più o meno la storia di Nadia Boulanger la sorella più grande che è stata una delle insegnanti di musica e soprattutto di composizione più importanti del 900 che ha forgiato, possiamo dire, tantissimi tra gli autori più importanti del secolo scorso tra cui Aaron Copland , Philip Glass, Leonard Bernstein o, per entrare in un territorio più vicino al jazz, una leggenda come Quincy Jones. Tra i suoi allievi ci sono stati anche esecutori formidabili come Daniel Barenboim o Elliot Gardiner, ma tantissimi sono i musicisti passati diciamo così sotto le sue ali capaci e protettive visto anche la sua longevità. Nel corso della sua vita è stata anche, per molto tempo, a stretto contatto con quel grandissimo compositore che risponde al nome di Igor Stravinsky. Insomma, un monumento della didattica e della diffusione della musica per quello che riguarda il secolo scorso.
Nadia (a sinistra) e Lili Boulanger
Di sua sorella, però, colpevolmente, non sapevo praticamente nulla e, dopo aver ascoltato molti brani, posso dire di aver scoperto, seppure in ritardo, uno dei compositori, e parlo senza distinzione di genere, tra i più importanti degli inizi del 900. Il fatto di non essere così conosciuta come altri suoi colleghi è dovuto, principalmente alla sua storia e a una vicenda umana estremamente travagliata, segnata da una malattia molto grave che ne ha causato la morte all’età di soli 24 anni nel 1918.
Per capire il personaggio e per apprezzarlo è fondamentale sapere che Lili Boulanger veniva da una famiglia di musicisti da almeno quattro generazioni. Suo padre, molto anziano quando lei nacque, era un compositore, la sorella più grande Nadia anch’essa una compositrice poi diventata come ho detto un’eccellente insegnante e anche la madre, di nobili origini russe, era una cantante a livello amatoriale
Lili nasce a Parigi nel 1893, In quella Parigi che era allora l’ombelico del mondo da un punto di vista artistico e in cui si potevano trovare personaggi di un certo rilievo, diciamo così, come Stravinsky Gabriel Fauré, Erik Satie, Stephane Mallarmé, Sergei Diaghilev e tanti altri.
Uno dei più assidui frequentatori della famiglia Boulanger era appunto il famoso compositore Gabriel Fauré, il quale si accorse subito che, già all’età di due anni, Lili aveva il cosiddetto orecchio assoluto cioè la capacità di riconoscere qualsiasi suono senza nessun punto di riferimento.
Gabriel Fauré
In musica ci sono due tipi di orecchio: l’orecchio cosiddetto relativo prerogativa e “conditio sine qua non” di tutti i musicisti, che consiste nella capacità di riconoscere un suono avendone un altro come riferimento, e il cosiddetto “orecchio assoluto” che consente di riconoscere i suoni senza nessun punto di riferimento che è un dono molto raro molto e prezioso di cui a volte, per assurdo, sono dotate anche persone che non fanno i musicisti.
Ebbene delle due sorelle Nadia era già ragazza prodigio ma Lili lo era ancora di più. Un prodigio precocissimo che dovette fare i conti fin da subito, dall’età di tre anni, con una malattia tremenda, sua indesiderata compagna di viaggio purtroppo per tutta la vita, di cui già il nome fa impressione, “ tubercolosi intestinale”. Una patologia incurabile a quei tempi, che le causava continue ricadute e un’alternanza tra periodi in cui la malattia si attenuava concedendole un po’ di sollievo, e altri in cui si faceva recrudescente, costringendola praticamente sempre a letto.
La passione per la musica portò Lili ad accompagnare sua sorella più grande alle lezioni al Conservatorio di Parigi e di conseguenza, cominciò a studiare e ad apprendere a suonare il violino il pianoforte e l’arpa prendendo anche lezioni di canto. Era quello che si definisce una bambina prodigio. Una bambina che si appestava a entrare in contatto con il mondo musicale parigino guidato praticamente solo dagli uomini.
Quando, dopo vari consulti con i medici, si rese conto crescendo che la sua malattia sarebbe stata incurabile e che l’avrebbe portata presto alla morte, decise che uno dei suoi scopi sarebbe stato quello di partecipare e di vincere il famoso “Prix De Rome”, un premio che consisteva in una borsa di studio istituita dallo stato francese per gli studenti meritevoli nel campo delle musica, garantendo loro, in caso di vittoria, un futuro radioso come compositori, fatto di contratti con editori, ingaggi per concerti e un soggiorno di qualche anno all’Accademia di Francia situata a Roma a villa Medici.
Ovviamente il Prix de Rome non era mai stato vinto da una donna. Ci aveva provato sua sorella Nadia in un paio di occasioni, ma, al massimo, era arrivata al secondo posto, non tanto perché le sue composizioni non fossero meritevoli, quanto per la evidente misoginia della commissione che valutava le composizioni dei partecipanti. Una misoginia accentuata dal fatto che Nadia Boulanger era una persona molto indipendente, testarda, che metteva in soggezione appunto una giuria di maschi. Figuratevi che, in una delle prove nelle quali i partecipanti dovevano comporre una fuga per voci, genere musicale tra i più difficili, su un motivo dato dalla commissione, Nadia Boulanger decise di trasgredire la regola componendo una fuga per strumenti ad arco perché riteneva il tema proposto più adatto agli strumenti che alle voci. Questo non le precluse il superamento della prova stessa, visto la qualità della sua composizione, ma le impedì praticamente di vincere perché questo fatto la qualificava come una rappresentante del nuovo modo di essere e di rivendicare le proprie azioni delle donne in quel periodo, del tutto in contrasto con il ruolo rassicurante e soprattutto subalterno che gli uomini riconoscevano loro.
Lili invece, con il suo aspetto così minuto e fragile, bisognoso di conforto, aveva un’immagine molto più accettabile e consolatoria per i maschi presenti in commissione, alcuni dei quali molto retrogradi e bigotti.
Lili Boulanger affrontò l’impegnativa competizione la prima volta nel 1912. Superò l’eliminatoria ma poi durante la prova finale che consisteva nello stare chiusi in una stanza di una villa senza contatti con l’esterno per alcune settimane, per comporre una cantata per voce e orchestra, si sentì male e dovette abbandonare. Ritornò l’anno dopo e vinse, e fu la prima donna nella storia. Vinse di fronte a una giuria composta da personaggi veramente tosti tra i quali c’era anche il famosissimo Claude Debussy che, cito testualmente, disse:
” Lili Boulanger ha solamente 19 anni, ma la sua esperienza di composizione è molto, molto più grande”.
Claude Debussy
Come detto all’inizio non mi soffermerò su un brano in particolare, ma voglio darvi alcuni spunti per consentirvi di avvicinarvi alla sua produzione musicale con la dovuta curiosità.
Della sua produzione musicale ci sono arrivati circa una cinquantina di brani. Uno dei primi che scrisse, nel 1911, è una composizione per violino e pianoforte, a volte eseguita anche col flauto in luogo del violino, intitola “Nocturne”, Notturno.
E’ un brano abbastanza breve, come molti dei suoi, meno di quattro minuti, e inizia con una serie di note ripetute dal pianoforte, tutti DO di diversa altezza fino all’entrata del violino che esegue un tema che cresce continuamente per arrivare poi al climax verso la fine e quindi spegnersi lentamente. Nelle ultime battute c’è una citazione molto evidente della melodia del “Prelude a l’Apres midi d’un Faune” di Claude Debussy. Questo fatto non deve stupire più di tanto perché citare altri autori era una pratica abbastanza comune che denotava da una parte rispetto, dall’altra una profonda conoscenza e apprezzamento per tutto quello che riguardava la tradizione musicale.
Nocturne
Un genere nel quale si cimentò molte volte fu quello vocale sia per voci soliste, come la cantata “Faust et Helene” con la quale vinse il Prix de Rome, che per coro con orchestra o pianoforte. Uno dei primi brani di questo tipo si intitola “ Les Sirenes”. E’ stato composto nel 1911, quando lei aveva 18 anni, e dimostra una maturità veramente notevole con una corrispondenza tra il senso del testo e la musica che lo sottolinea molto interessante.
All’inizio il pianoforte, esegue una serie di note nel registro grave, che danno l’idea di qualcosa che emerge lentamente dal fondo del mare, qualcosa di oscuro, potenzialmente pericoloso, che diventa, un po’ alla volta, il canto ammaliante delle sirene intonato su un testo scritto da Charles Grandmougin che recita così:
“Siamo la bellezza che affascina di più,
i fiori tremanti di schiuma e nebbia,
i nostri baci fugaci sono il sogno dei morti.
Tra i nostri capelli biondi l’acqua brilla di lacrime d’argento
i nostri occhi con brillantezza mutevole sono verdi e blu come le onde.
Come un rumore, come i delicati brividi del raccolto
voliamo senza avere ali.”
Les Sirenes
Vincitori Prix de Rome
Come avrete potuto notare tutti questi brani hanno dei titoli descrittivi. Abbiamo parlato della differenza fra titoli tecnici e descrittivi nelle precedenti puntate. In questo periodo siamo in pieno ‘impressionismo per cui i titoli, in generale, cercano di dare un’idea almeno della fonte di ispirazione dell’autore e dell’atmosfera generale del brano.
Qui l’influenza di Debussy è abbastanza evidente. Anche in altre composizioni vedremo che Lili Boulanger si ispira ad altri importanti compositori. Ad esempio, in questo, intitolato “Soir sur la Pleine” del 1913, composto come prova di preparazione per il Prix de Rome, la linea vocale ricorda un po’ ricorda un po’ un altro autore molto apprezzato in Francia in quel periodo Richard Wagner.
Soir Sur la Pleine
Altro piccolo gioiello, scritto sempre in preparazione per il Prix de Rome è questo intitolato “ Hymne au Soleil”, cioè “Inno al Sole” per coro e pianoforte.
Qui, all’inizio, ci sono una serie di accordi ripetuti e martellati in modo molto deciso e il coro che entra rappresenta, come dice il testo, una popolazione antica in una cerimonia di adorazione del sole. Qui viene utilizzato uno stilema abbastanza comune nella musica in un modo molto potente ed evocativo. Ad esempio quando il testo parla del sole che si alza e cresce anche la linea melodica sale creando così uno stretto rapporto tra testo e musica stessa e, quando il testo annuncia il sole che sorge, la melodia tocca appunto le sue note più acute.
E’ un pezzo molto energetico e potente.
Hymne au Soleil
C’è un altro brano veramente interessante, per pianoforte, scritto nel 1914 durante il suo soggiorno romano “D’un Viel Jardin” , “Un vecchio giardino”. E’ di una modernità incredibile perché presenta una serie di accordi giustapposti tra loro in modo molto libero senza le cadenze e le progressioni tipiche della musica classica.
E’ un’anticipazione di quanto succederà anni dopo. Alcuni sostengono che, in questo brano, Lili sembra avvicinarsi alle sonorità del jazz ma, in realtà, è più corretto dire che è stato il jazz, venuto anni dopo, prendere a piene mani questo tipo di accordi non solamente da questo pezzo, ma anche da molti altri composti dagli impressionisti.
Ne è testimonianza il fatto che un pianista jazz di cui abbiamo più volte parlato come Bill Evans, dichiaratamente si ispirava, visto il suo background classico, a questo tipo di sonorità di cui la Boulanger è stata uno dei precursori.
Il brano anche questo abbastanza corto è questo
D’un Vieil Jardin
Un altro fattore che ha caratterizzato negativamente la vita di Lili Boulanger, e di tutta L’Europa è stato lo scoppio della Prima Guerra Mondiale che l’ha costretta ad interromper il suo soggiorno romano per are rientro precipitosamente a Parigi. Qui, però, con l’aiuto della sorella fondò un’istituzione per sostenere tutti i musicisti che avevano dovuto abbandonare la loro attività per arruolarsi nell’esercito, e questo nonostante le sue condizioni di salute si stessero facendo sempre più precarie.
In effetti i periodi nei quali la malattia aveva il sopravvento diventavano sempre più numerosi a scapito di quelli che le concedevano un po’ di tregua.
Conscia quasi che di lì a poco il suo destino si sarebbe compiuto decise di dedicarsi in maniera ancora più frenetica alla composizione scrivendo molti brani corali che prendono come soggetto i Salmi.
Questo è un po’ diverso dagli altri. E’ il Salmo 24, detto anche il Salmo di Davide, famoso per essere stato spesso musicato anche da altri autori tra cui Hendel nel “Messia” E’ molto “power” come si direbbe. Ascoltandolo ci si può rendere perfettamente conto di quanto anche i compositori del cinema negli anni 50 e 60 abbiano preso da questa musica per accompagnare film epici tipo quelli sull’Impero Romano, perché le sonorità sono esattamente quelle.
Salmo 24
L’ultimo ascolto che volevo proporvi è degli ultimi momenti della sua vita, il 1917 un anno, prima della morte. Anche questo è estremamente interessante.
Il titolo “ Vieille Priere Bouddhique” indica trattarsi di una vecchia preghiera buddista. E’ chiaramente ispirato alla musica dell’est asiatico su un testo che era le stato portato da una sua amica che aveva viaggiato in quelle zone. È molto ieratico e affascinante e non assomiglia
alla musica occidentale ma si ispira a quella orientale utilizzando scale poco usate nella nostra musica con una melodia che continua a ripetersi in maniera quasi ossessiva. E’ scritto per coro e orchestra e va ascoltato più volte per apprezzarne a pieno la sonorità e il fascino.
Vieille Priere Bouddhique
All’inizio del 1918 le condizioni di salute di Lili Boulanger peggiorarono notevolmente ma lei continuò a lavorare e a comporre in maniera frenetica, considerate le sue condizioni di salute, fino all’ultimo, fino ad arrivare a quella che sarebbe poi stata la sua ultima composizione, un Salmo intitolato “Pie Jesu”.
Visto che ormai non poteva più alzarsi dal letto si avvalse delle capacità e della bravura della sorella Nadia alla quale dettò praticamente tutto il brano. Come ebbe modo di dire qualche anno più tardi Nadia:” Lili, quando non riusciva a scrivere, dettava nota per nota la musica che aveva dentro”.
Leggendo queste parole mi è tornata subito alla mente la scena bellissima del film “Amadeus” di Milos Forman, di cui abbiamo parlato nella Mollica dedicata al “Lacrimosa “ , scena in cui Mozart, dal letto di morte, detta a Salieri la composizione appunto del Confutatis e del Lacrimosa.
La differenza è che quella rappresenta finzione cinematografica mentre questa invece è vita vera perché poi Lili, il quindici di marzo del 1918 è venuta a mancare.
Alcuni si interrogano su quello che avrebbe potuto creare se fosse vissuta più a lungo. In realtà bisogna dire che, nella sua vita seppur breve e caratterizzata da una sofferenza continua per la sua questa malattia tremenda, Lili Boulanger è riuscita a ricavarsi una parte importante nella storia della musica del secolo scorso e non solo.
L’urgenza nel fare questa puntata mi è venuta proprio dal desiderio di farvi conoscere questa compositrice i cui lavori sono eseguiti molto meno rispetto a quelli di altri autori a lei contemporanei, o precedenti, o successivi, ed è veramente un peccato perché la sua musica è una delle più interessanti, mature coinvolgenti, che sia stata prodotta.
Parafrasando il titolo di un vecchio film si può dire che Lili Boulanger “ha ballato una sola estate“, ma ha ballato benissimo.
Articolo molto “illuminante”, chiusura magistrale; davvero suggestivo Vieille Priere Bouddhique. Grazie.
Grazie a te per aver letto e apprezzato l’articolo. Per me Lili Boulanger è stata una rivelazione. Una personalità veramente affascinante.