Questa è la seconda parte del “Discorso di Beethoven” cioè della narrazione riguardante la “Settima” .
Nella parte precedente eravamo arrivati alla fine del primo movimento
Il secondo movimento, il famoso “Allegretto” ha avuto da subito un successo incredibile tanto da essere oggetto di un bis sia la sera della prima che nelle successive repliche di quello spettacolo. Il fatto eclatante è che questo bis sia stato richiesto, e ottenuto, immediatamente al termine dell’ esecuzione del movimento stesso e non, come accade, anche se raramente, alla fine della sinfonia.
Il pubblico ha sempre dimostrato di gradire molto questo movimento. E’ un gradimento che dura ancora oggi al punto che, come vi dicevo nello scorso articolo, il regista Tom Hopper nel 2010 ha scelto questa musica per commentare la scena più importante del suo film “ Il Discorso del Re” dal quale io, con un po’ di sfrontatezza, ho preso spunto per il titolo di questo racconto.
La doverosa premessa è che, per poter cogliere lo spirito e il fascino di questo movimento, sarebbe necessario, prima di qualsiasi analisi, ascoltarlo tutto di un fiato dall’inizio alla fine.
Dovendo cercare di scavare un po’ più a fondo però, la prima cosa da sottolineare è che anche questo movimento, come tutti gli altri della settima è caratterizzato da un particolare andamento ritmico
In questo caso in realtà i ritmi sono addirittura due che vengono proposti continuamente uno attaccato all’altro. Precisamente sono un ritmo Dattilo seguito da uno Spondeo.
Il Dattilo è il metro ritmico più utilizzato nella poesia greca e latina. Questo ci da modo di ribadire ciò di cui parlavo nella prima parte e cioè la grande cultura di Beethoven e la sua sete di conoscenza. Questo perché questo metro ritmico ha un andamento molto disteso e meditativo con il risultato di dare un tono calmo e solenne alla musica , in questo caso.
Da un punto di vista tecnico il ritmo dattilo è da costituito da una sillaba lunga e due corte : “Taa ta ta”.
Di seguito abbiamo subito il ritmo spondeo che è composto, invece, da due sillabe lunghe:” Taa Taa” .
Tutto il secondo movimento è basato sull’unione di questi due ritmi che si ripetono costantemente con il seguente risultato:” Taa ta ta Taa Taa”.
Dattilo più Spondeo
La cosa geniale è che su questo ritmo che continua per tutto il movimento, tranne in qualche piccolo frammento, Beethoven inserisce un tema che veramente di una semplicità incredibile ma con una forte personalità.
Suonato solamente col pianoforte è questo:
Intorno a questo tema poi Beethoven inserisce quasi subito una contro melodia e, praticamente, questi due elementi costituiscono i pilastri su cui si basa gran parte del secondo movimento da un punto di vista melodico.
Le due melodie quella principale è quello che fa da contrappunto, sempre suonate col pianoforte, sono queste
Nello scorso articolo avevo detto che il primo movimento finisce con un accordo maggiore che da stabilità.
Fine primo movimento
È importante riascoltarlo perché questo è un accordo di La maggiore. L’Allegretto comincia con lo stesso accordo, però nella sua versione minore e basta questo per cambiare immediatamente tutta l’atmosfera. È suonato dai fiati, a ulteriore testimonianza dell’enorme importanza che Beethoven ha dato, in questa sinfonia a questi strumenti.
Primo accordo secondo movimento
Alcuni sostengono che questo movimento abbia delle caratteristiche che lo rendono triste. Io non sono di questo parere. Per me rappresenta un momento di riscatto. L’atmosfera, è vero, è molto solenne, calda e densa. All’inizio cupa per il colore del primo accordo. Tutto il movimento, però, è un progressivo marciare verso un’emancipazione, verso la luce. Non dico verso la redenzione perché non vorrei dargli una valenza religiosa, ma verso la conquista dei lumi della ragione. Secondo me è proprio una marcia solenne che, pur partendo da una situazione complessa, e apparentemente compromessa, porta verso il riscatto, verso la luce.
C’è da notare che di tutta la settima sinfonia questo è stato il primo movimento che Beethoven ha abbozzato, da un punto di vista compositivo, già nel 1806 quando non aveva assolutamente idea del fatto che la prima esecuzione sarebbe stata in un’occasione così particolare ben sette anni dopo. Questa è un’ulteriore dimostrazione della forza e del potere della musica che si presta a dare sensazioni ed emozioni diverse a seconda dello stato d’animo diverso di chi la ascolta.
Vorrei anche far notare, a scanso di equivoci, che l’indicazione “Allegretto”, posta all’inizio di questo movimento, non ha ovviamente a che fare con il carattere emotivo del movimento stesso ma rappresenta un’indicazione di velocità . Allegretto significa leggermente più lento di allegro.
Dopo l’accordo iniziale il tema viene suonato la prima volta dagli archi gravi, violoncelli e contrabbassi. Poi viene fatto eseguire, un po’ alla volta, agli strumenti più acuti in una atmosfera che diventa sempre più aperta fino alla comparsa del contro tema. Successivamente queste due melodie verranno assegnate alternativamente agli archi e fiati che dialogheranno tra loro quasi fossero due orchestre divise, da una parte l’orchestra degli archi e dall’altra quella degli strumenti a fiato.
Questo è l’inizio
Inizio Secondo Movimento
A questo punto Beethoven inserisce altri elementi, altri frammenti melodici, ma sotto c’è sempre questa figurazione ritmica nelle corde gravi che costruisce praticamente il “fil rouge” di tutto il movimento.
Sono presenti altri momenti veramente notevoli in questo brano. Uno di questi si ha quando ci troviamo di fronte quasi ad una specie di fugato con il tema che viene destrutturato e passato tra una sezione all’altra degli strumenti ad arco. Sembra un viaggio ai tempi di Bach ed è un momento meraviglioso
Fugato
È assolutamente spettacolare.
Un altro punto di notevole interesse lo abbiamo quando Beethoven suddivide il tema in piccole cellule che vengono distribuite in successione tra vari gruppi di fiati e un gruppo di archi come una sorta di puzzle che poi alla fine si riformerà portando alla conclusione del movimento stesso
Finale II movimento
Dopo questo momento così emotivamente importante il terzo movimento viene definito, come è tipoico nelle sinfonie di Beethoven, “Scherzo”. In origine lo scherzo era una canzone leggera con un testo scherzoso e questo brano ne rispecchia totalmente il carattere presentandosi subito estremamente spumeggiante con un tema allegro scoppiettante
Inizio III movimento
Anche questo terzo movimento è caratterizzato da una cellula ritmica costante intorno alla quale si sviluppa tutto. Ci sono, al suo interno, anche momenti simpatici quasi buffi quando le varie sezioni si rimpallano questi piccoli frammenti di frase in quello che sembra quasi un gioco a nascondino e a rincorrersi
Momento ironico
A questo la Settima si avvia alla conclusione con il quarto e ultimo movimento.
Klimt Fregio di Beethoven
Se il discorso ritmico aveva un’importanza rilevante in tutti i primi tre movimenti, nel quarto questo aspetto diventa veramente il motore di tutto il discorso musicale. È un momento spettacolare e molto complesso da suonare perché richiede una precisione e un insieme di tutta la compagine orchestrale fuori della norma.
La musica veramente pirotecnica e secondo me, quando Wagner definì la Settima come “L’apoteosi della danza”, si riferiva probabilmente, soprattutto, a questo ultimo movimento.
Si può presumere che questa particolare enfasi ritmica probabilmente è dovuta anche al fatto che, già da un paio d’anni, Beethoven stava lavorando per un editore chiamato George Thomson ad una serie di arrangiamenti di canzoni scozzesi e irlandesi. Ne fece ben 179 ed è probabile che queste canzoni, essendo di derivazione popolare, quindi con caratteristiche ritmiche molto pronunciate, abbiano influenzato anche il suo modo di scrivere.
In particolare in una di queste, intitolata “Save me from the grave and wise” troviamo, verso la fine, dei frammento melodici che richiamano il tema principale usato in questa parte della sinfonia.
L’inizio e estremamente vigoroso
Inizio IV movimento
Proprio una cavalcata. Una macchina che non si ferma mai.
In un’intervista rilasciata a una televisione straniera, il grandissimo direttore d’orchestra italiano, il maestro Claudio Abbado purtroppo scomparso qualche anno, fa ha dichiarato che
“questo movimento è un crescendo come un estasi di musica che sale, sale sempre più in alto e sembra di volare su in cielo”.
Claudio Abbado
Sono pochi i momenti di relax, diciamo così, in questo brano. Forse uno di questi lo abbiamo quando compare quello che si può definire un secondo tema, come avviene subito dopo l’inizio
Secondo Tema
Ma anche questo momento in cui la dinamica si attenua, le frasi diventano più spezzettate e il tema è costituito da piccoli frammenti melodici, in realtà l’enfasi ritmica è sempre presente. Questo anche grazie agli accenti molto sostenuti che intervengono ad esaltare la dinamica
Dopo questa fase c’è di nuovo l’esplosione dinamica come in questo caso
Esplosione dinamica
C’è un altro momento, che vi volevo far notare, in cui questo concetto ritmico quasi di cavalcata senza freni, diventa, se è possibile, ancora più evidente. E’ estremamente significativo e vi assicuro che, vedere l’orchestra suonare questa parte con tutti gli archi che si muovono all’unisono, è un’esperienza estetica che vi consiglio di fare, se ne avete la possibilità
Ritmo a profusione
Il finale poi è la summa di questo movimento e di tutta la sinfonia.
Ve lo faccio sentire perché è una cosa che, fino a quel momento, non si era praticamente mai sentita e difficilmente si sarebbe sentita nei decenni successivi, almeno fino al “Sacre” di Stravinskij un secolo dopo. È musica energica, è una forza che abbatte qualsiasi ostacolo
Finale
L’applauso che arriva immediatamente subito dopo l’ultima nota testimonia l’entusiasmo incontenibile che questa musica suscita nel pubblico. Solitamente quando finisce un brano c’è sempre un attimo in cui il pubblico aspetta che il direttore abbassi le braccia a indicare che il brano è veramente finito, prima di applaudire. Nel caso della Settima quasi sempre il pubblico è talmente coinvolto che applaude immediatamente dopo l’ultimo suono.
Se pensate che approcciarvi all’intera sinfonia vi possa creare qualche problema, anche di soggezione, vi consiglio di cominciare anche con il solo ascolto del secondo e del quarto movimento, che rappresentano l due gemme all’interno di questa composizione.
La “Settima” è tutta un capolavoro, un immenso regalo che Beethoven ha fatto a tutti noi , ma questi due movimenti sono veramente “outstanding” come dicono gli inglesi.
La settima è stata la mia preferita da sempre; ma ascoltarla così descritta è una esperienza davvero edificante ed unica. Io non sono un credente – almeno nel senso religioso corrente e che viene imposto – ma se un essere supremo e creatore esiste ecco dove lo si può trovare: è lì, proprio lì, nella settima.
La Settima è anche la mia preferita e l’Allegretto penso sia qualcosa di molto spirituale che può “parlare” a tutti. Basta solo, solo su fa per dire, essere disposti a farsi coinvolgere emotivamente. Grazie molte per l’apprezzamento e per il tuo commento che dimostra quanto tu sia uno di quelli disposti a farsi coinvolgere.
La settima è stata la mia preferita da sempre; ma ascoltarla così descritta è una esperienza davvero edificante ed unica. Io non sono un credente – almeno nel senso religioso corrente e che viene imposto – ma se un essere supremo e creatore esiste ecco dove lo si può trovare: è lì, proprio lì, nella settima.
La Settima è anche la mia preferita e l’Allegretto penso sia qualcosa di molto spirituale che può “parlare” a tutti. Basta solo, solo su fa per dire, essere disposti a farsi coinvolgere emotivamente. Grazie molte per l’apprezzamento e per il tuo commento che dimostra quanto tu sia uno di quelli disposti a farsi coinvolgere.