Un brano con una melodia celestiale composto da uno dei più grandi maestri del Barocco.

Puntata numero ottantacinque

«È giunto nella nostra Città un Sassone, eccellente suonatore di cembalo e compositore, il quale oggi ha fatto gran pompa di sé suonando l’organo nella Chiesa di San Giovanni, con stupore di tutti i presenti.»

Il personaggio cui si riferisce il cronista romano Francesco Valesio nel suo “Diario di Roma” il 14 gennaio del 1707, questo sassone, si chiama Georg Friedrich Händel, o  George Frideric Handel.

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Durante questi racconti abbiamo già avuto modo di parlare di questo grandissimo musicista.  Lo abbiamo trovato, ad esempio, nel nostro percorso, nella puntata n. 26,  quella dedicata ad un’aria da lui composta per la sua opera “Rinaldo”, aria famosissima il cui titolo è “Lascia Ch’io Pianga

Lascia Ch’i Pianga da “Farinelli voce regina”
Lascia Ch’io Pianga

Abbiamo incrociato il nostro cammino col suo anche nella puntata n.48, quella dedicata alla colonna sonora del meraviglioso film di Stanley Kubrick, ”Barry Lyndon”. Infatti il brano che stabilisce fin da subito il clima emotivo di quel film, posto all’inizio del film stesso, è una sua composizione intitolata “Sarabanda in Re minore” che, grazie a quel film, è diventata molto conosciuta.

Sarabanda in Re minore

Non ci siamo mai, però, occupati di lui in modo più approfondito, e questa la motivazione principale alla base di questo racconto.

Handel è infatti uno dei compositori più importanti non solo del suo periodo, il Barocco, ma di tutta la Storia della Musica.

È contemporaneo di J, S. Bach. Nacque infatti nello stesso anno, il 1685 e morì nove anni dopo il grande di Eisenach, nel 1759.

Per ribadire la sua importanza sarebbe sufficiente notare che molti studiosi indicano quel periodo, i primi cinquant’anni del secolo XVIII, come “l’età di Bach e Handel”.

Contemporanei ma, per certi versi, praticamente antitetici.

A differenza di Bach, Handel visse ed operò in un clima molto aperto alla circolazione delle idee.

J.S. Bach

Bach fu anche un didatta che ebbe moltissimi allievi tra i quali i suoi numerosi figli, e passò la sua vita, tranne qualche eccezione, in un ambiente abbastanza chiuso. La sua attività compositiva più rilevante era quella al servizio del clero, dedicata, di conseguenza, ai servizi liturgici.

Gli ambienti e i luoghi prediletti da Handel sono stati invece le regge, i palazzi, i teatri. Non lavorò quasi mai come insegnante. Fu un uomo di mondo, alla moda, estremamente aperto alle istanze che gli arrivavano dalla società. Abile promotore di se stesso, sapeva cogliere i gusti del suo pubblico, riuscendo ad entrare nell’animo delle persone.

E’ stato detto che il motivo del suo successo è dovuto al fatto che abbia saputo unire il rigore dello studio germanico della musica e del contrappunto con la ricerca melodica tipica italiana.

Ha trascorso, come si evince dalla frase del cronista romano di cui sopra, alcuni anni in Italia, allora meta quasi obbligata per tutti i musicisti europei, dove ha studiato e e approfondito il gusto italiano e, In particolare, l’opera italiana.

Come detto, nacque in Germania originariamente come Georg Friedrich Händel. Bisogna subito dire che il suo nome si può trovare scritto in diversi modi. Ad un certo punto della sua vita, infatti, si trasferì definitivamente a Londra finendo per essere naturalizzato inglese. Per questo motivo viene indicato anche anche con il nome inglese di George Frideric Handel, o, a volte, persino come Haendel.

Ritratto di Handel di Thomas Hudson

La sua importanza, notevole in vita, fu riconosciuta anche dai musicisti dei decenni immediatamente successivi.

Beethoven, parlando con il collega inglese Edward Schulz disse:

Handel è il più grande compositore che sia mai vissuto”.

E quando scrisse all’Arciduca Rodolfo, destinatario della sua  Missa Solemnis,affermò” “Soltando Haendel e Bach, tedeschi, hanno avuto del vero genio”.  E, ancora, “Vai da lui per imparare come ottenere grandi effetti con mezzi così semplici.”

Anche Mozart aveva di Handel grandissima stima arrivando a dire :

Händel capisce gli effetti meglio di chiunque altro di noi. Quando compone, lui colpisce come un colpo di tuono”.

La sua famiglia, soprattutto il padre, non voleva che si avvicinasse allo studio della musica.

Ma Handel era un ragazzo tosto e cocciuto e già all’età di 17 anni ottenne il suo primo lavoro come organista. Era però un ragazzo irrequieto e curioso al punto da spingersi, come detto in Italia, per approfondire i suoi studi.

Nel suo soggiorno romano, stante la proibizione, in quel periodo, di allestire opere, si dedico allo studio e alla composizione degli “Oratori” che sono sempre stati tra le vette della sua produzione.

Roma vista dal Tevere Antonio Joli

L’Oratorio è una rappresentazione, di carattere sacro, simile all’opera ma, contrariamente a questa, senza scene e costumi. Ci sono comunque dei personaggi che narrano una storia, ovviamente di ispirazione religiosa utilizzando, come in un’opera, arie, recitativi e pezzi di insieme con anche interventi del coro.

Terminato il suo soggiorno italiano tornò in Germania dove riprese subito a lavorare, ottenendo cariche importanti come quella di “Kappelmeister”, cioè “Maestro di Cappella”, alla corte dell’elettore Giorgio Ludovico  che sarebbe poi diventato  Giorgio I d’Inghilterra.

Ad un certo punto capì, da uomo di mondo e impresario di se stesso qual era, che un importante opportunità di sviluppo per la sua carriera poteva esser quella di recarsi al di la della Manica e più precisamente a Londra.

Londra nel 1700

In Inghilterra, infatti, dopo la morte di Henry Purcell, avvenuta alla fine del XVII secolo, non c’erano più stati compositori di una certa levatura. Handel, conscio delle sue capacità, era convinto di trovare in quella città un terreno fertile, come poi effettivamente accade, per avere successo.

Arrivò a Londra per la prima volta nel 1710 per poi ritornarvi, definitivamente, tre anni dopo.

Riuscì ad entrare in contatto, oggi si direbbe ammanicarsi, con la corte Inglese, mostrando ancora una volta la sua capacità di gestire le pubbliche relazioni.

Un esempio di questo contatto è dato da una delle sue composizioni più famose la “Water Music” o “Musica sull’Acqua”.

Si tratta di una serie di tre suite orchestrali, la cui prima esecuzione si tenne nel 1717. La richiesta del re Giorgio I era quella di avere un brano imponente che accompagnasse la navigazione sua e della corte, su una chiatta sul Tamigi. La musica venne suonata da ben 50 musicisti, un numero imponente per l’epoca, posti su un’altra chiatta che navigava nei pressi di quella reale. Vista la particolare “location” la musica è caratterizzata da una grande presenza di strumenti a fiato, più adatti a suonare all’aperto in quelle condizioni rispetto alla famiglia degli archi.

Questo è l’inizio

Water Music

C’è una frase che definisce bene lo stile e l’impatto che caratterizzano la musica di Handel:

Se suona sia maestoso che celebrativo, è probabile che sia di Handel”.

Un altro esempio che conferma la correttezza di questa affermazione è dato dalla “Music for the Royal Fireworks” , o “Musica per i Reali Fuochi d’Artificio”.

È un brano della tarda produzione di Handel, composto nel 1748, il cui pretesto fu la firma del trattato di Aquisgrana che mise fine alla guerra di successione austriaca. Il Re non badò a spese e volle che si celebrasse l’avvenimento con enormi festeggiamenti con tanto di fuochi d’artificio.

Questi ultimi dovevano essere prodotti da una gigantesca struttura il legno detta “machine”, costruita da un architetto, pittore e scenografo italiano Giovanni Niccolò Servadoni.

Purtroppo, la macchina prese fuoco durante la prova generale. Per fortuna la musica è rimasta e la festa ebbe comunque svolgimento. Questa partitura è un ulteriore esempio dell’imponenza della musica di Handel

Music for the Royal Fireworks

È curioso notare come questa musica, alle nostre orecchie, suoni molto british, molto inglese. Handel sapeva, infatti, come agire e prendere spunto dall’ambiente che lo circondava. Riusciva ad inserire queste suggestioni nel suo modo di scrivere musica senza mai rinunciare ad un grande rigore compositivo. I suoi brani riuscivano, e tutt’ora riescono, a toccare la sensibilità della gente, facendo leva su quelle caratteristiche melodiche, ritmiche e di forte impatto che vanno a toccare nel profondo l’animo di chi ascolta.

L’esempio più lampante di questo, e forse il suo brano più conosciuto e apprezzato, è un coro tratto da uno degli Oratori che lui ha scritto il “Messiah”, il cui titolo è “Hallelujah

Hallelujah

Durante il suo soggiorno inglese Handel divenne famoso soprattutto come compositore di opere. Il suo catalogo ne conta parecchie e questo è dovuto anche al fatto che uno dei suoi incarichi era quello di “Master of Orchestra”. Aveva, cioè, responsabilità artistica nell’allestimento di spettacoli sia al “Covent Garden” che al “King’s Theatre”.

King’s Theatre

La sua produzione operistica, motivo di grande successo presso il pubblico londinese durante la sua vita, venne poi gradualmente dimenticata dopo la sua morte. Infatti la fama di Handel oggi è dovuta soprattutto agli Oratori e alla sua ricca produzione strumentale nella quale spiccano i numerosi concerti per vari strumenti.

Il fato vuole che da una delle sue opere di minor successo, il “Serse” sia stata estrapolata un’aria tra le più belle del periodo barocco. Viene eseguita ancor oggi ed è molto amata dal pubblico. Il Titolo è “Ombra mai fu”. Il suo successo è dovuto anche all’essere stata inserita nella colonna sonora di alcuni film tra cui “Farinelli Voce Regina” del 1994, o “Le Relazioni Pericolose” del 1988. Compare anche in una serie TV del 1995, “Orgoglio e Pregiudizio”.

Philippe Jaroussky

La versione che vi propongo è del controtenore francese Philippe Jaroussky, a mio avviso una delle più belle che potete trovare

Ombra mai fu

 Il brano di cui volevo occuparmi in modo un po’ più dettagliato non è uno dei più famosi della produzione di Handel. Si tratta del primo movimento di una cantata profana intitolata “Ode For The Birthday Of Queen Anne”, cioè “Ode Per il Compleanno della Regina Anna”.

Queen Anne

Handel ha scritto questa composizione agli inizi del 1713 per il quarantanovesimo compleanno della Regina, utilizzando un libretto di Ambrose Philips, . Non esiste però un’evidenza certa che l’esecuzione abbia avuto effettivamente luogo. La cantata si suddivide in nove movimenti di cui il primo, quello più famoso, ha un titolo tutto suo “Eternal Source Of Light Divine”, cioè, “Fonte Perenne di Luce Divina”. E’ un brano così importante che spesso viene utilizzato come titolo alternativo per la cantata stessa. Si Tratta di una composizione per voce di tenore acuto e tromba, con l’accompagnamento di archi e di un organo.

Handel, per essere sicuro di entrare nelle grazie della regina, scelse come esecutori il cantante preferito dalla regina stessa, che lavorava nella cappella reale, mentre per la parte obbligata della tromba utilizzò un altro musicista, anch’esso molto amato dai reali, un trombettista molto versatile che aveva lavorato anche per il di lei defunto marito.

Probabilmente la regina non ebbe mai occasione per ascoltare la composizione, ma fu talmente contenta dei servigi di Handel da assicurargli una pensione annua di 200 sterline, una cifra considerevole per l’epoca.

Il testo di questo brano è molto corto, solamente quattro versi.

Eternal source of light divine

With double warmth thy beams display

And with distinguish’d glory shine

To add a lustre to this day .”

Ovvero:

“Eterna fonte di luce divina

Con grande calore dispensi i tuoi raggi

E con distinta gloria li fai risplendere

Per aggiungere lustro a questo giorno”.

Tutto la composizione consiste in un dialogo tra la voce e la tromba. All’inizio la voce propone una frase melodica che la tromba ripete esattamente, nota per nota.

La prima cosa da notare è che sulla parola “eternal”, precisamente sulla seconda sillaba, la voce si produce in quello che, tecnicamente, si chiama “melisma“. E’ un lungo vocalizzo a simboleggiare l’eterno sgorgare della luce divina. La tromba, a sua volta, ripete lo stesso melisma contribuendo così a creare un’atmosfera emozionante e coinvolgente

Eternal…inizio

Nella ripetizione di questa frase, “Eternal source”, la risposta della tromba arriva molto prima e le due voci si incastrano in modo mirabile…… ( seguite il file audio per la spiegazione sulla musica)

Seconda parte

Sulla seconda frase la tromba non ripete le stesse note ma sposta tutta la melodia verso l’acuto.

Su  “And with distinguish’d glory shine” la voce rimane da sola e la tromba non risponde.

Una cosa importante da notare è che tutte queste bellissime linee melodiche risaltano anche perché l’accompagnamento strumentale è estremamente scarno. Gli accordi, infatti, si susseguono in modo fluido con piccoli spostamenti tra le note. Gli inglesi definiscono questo modo di procedere “sustained strings” che sta ad indicare degli strumenti ad arco (strings) che suonano a note lunghe con un impulso ritmico ridotto veramente al minimo.

Dopo l’ultimo verso :” To add a lustre to this day, pronunciato dalla voce, la tromba non ripete la stesa melodia ma ne propone, per la prima volta, una nuova che verrà, a sua volta, ripresa esattamente dalla voce

Eternal...finale

E nel finale le due voci, quella umana e la tromba, eseguono contemporaneamente ognuna una melodia diversa, e queste due linee melodiche dialogano in modo sublime. Poi alla tromba spetta la chiusura del brano.

Io non seguo molto, (direi per nulla), le vicende della Corona Reale inglese ma ho scoperto che questo brano è diventato famoso anche per essere stato suonato nel 2018 durante il matrimonio del Principe Harry e Meghan Markle che, se non altro, hanno dimostrato , in quell’occasione, un notevole gusto musicale.

E’ una composizione che viene eseguita con varie combinazioni strumentali. La più classica , oggi, è voce femminile e tromba, ma la potete trovare anche per controtenore e tromba in una versione più filologicamente corretta.

Volevo segnalarvi un’esecuzione particolare, che si trova nel prossimo file audio. E’ per due voci femminili, e la seconda voce esegue la parte della tromba ripetendo, oltre alle note, anche le liriche dei versi.

Versione per due voci

Al riguardo c’è un’osservazione da fare. Nei commenti sotto quest’esecuzione che potete trovare su YouTube, una persona ha rilevato che nel caso esistesse un suono e una muisca in Paradiso, quando si apre il cancello o il portone, ovviamente per chi ci crede, questo sarebbe quello che si potrebbe sentire. E in effetti, questa versione è celestiale.

Lo scrittore inglese Samuel Butler nel XIX  si è così espresso :

“Solo un grande compositore come Händel, o qualcuno di altrettanto grande, se fosse possibile trovarlo, può anche essere, spesso, facilmente e trionfalmente banale. Così come ci vuole, o piuttosto ci vorrebbe, un compositore all’altezza di Händel per scrivere un altro coro dell’Alleluia. Solo chi è capace di tanto potrà con trattare con facilità anche situazioni banali come fa Händel.  Händel è così grande e così semplice che solo un musicista di professione può essere incapace di capirlo”.