Una colonna sonora da Oscar

Puntata numero quarantotto

I suoi sono film che appartengono al loro tempo, e sono più avanti rispetto al loro tempo, e sono anche film senza tempo”.

Questa è la dichiarazione, direi perfettamente centrata, che un cineasta ha formulato qualche tempo fa quando gli è stato chiesto cosa ne pensasse dei lavori di Stanley Kubrick.

Il nome di Stanley Kubrick mi è venuto in mente giorni fa quando qualcuno mi ha chiesto se non pensassi che queste Molliche che spaziano da un genere all’altro, tra rock, pop, classica, musica lirica, brani del cinque/seicento, diciamo a volte con una certa disinvoltura, non fossero troppo dispersive. E questo, chiamiamolo lettore, ha affermato che, in fondo, ognuno ha i suoi gusti e sceglie ciò che più gli piace. Ho risposto che è vero ma che, in realtà, un personaggio come Stanley Kubrick è l’esempio eclatante di come sia possibile avere una mentalità aperta e, di conseguenza, godere di tutte le possibilità di emozione e conoscenza che la musica, indipendentemente dai generi, ci può offrire.

Stanley Kubrick

Quello che mi ha sempre affascinato di Kubrick, oltre ovviamente ai suoi film che sono dei capolavori della moderna cinematografia, è la concezione, estremamente personale, del rapporto tra immagini e suoni, tra scene dei film e la musica che “accompagna” le scene stesse.

Per avere un’idea di massima della sua genialità nell’intuire e scovare i rapporti tra immagini e musica basterebbe guardare le prime scene di quello che, forse, è il suo lavoro più conosciuto, “2001 Odissea Nello Spazio”. Nelle prime quattro scene abbiamo, condensate, tutta una serie di intuizioni veramente significative: musica senza immagini nella prima scena, immagini costruite sulla musica nella seconda, solo immagini nella terza scena, quella che racconta dell’evoluzione della scimmia-uomo. Nella quarta scena, infine, musica e immagini sono apparentemente in contrasto ma, in realtà hanno un forte legame che le unisce ed è quella delle astronavi che viaggiano nello spazio accompagnate dal valzer di Johann Strauss “Sul bel Danubio Blu”.

“2001 Odissea nello Spazio

Un’altra sua caratteristica è quella di spaziare attraverso i vari generi musicali trovando sempre le soluzioni più adatte senza mai fossilizzarsi su un particolare tipo di musica ma usando una tavolozza di soluzioni e suggestioni molto ampia.

Barry Lyndon è un film da lui scritto, prodotto e diretto, che risponde a entrambe queste esigenze: straordinario rapporto tra immagini e musica e utilizzo di generi diversi e di soluzioni inventive e innovative.

È uscito nelle sale nel 1975 quando lui era ormai un regista di fama internazionale dopo due capolavori come “2001” appunto e “Arancia Meccanica”.

Ma prima di entrare nel dettaglio di questa colonna sonora che, vi ricordo ha vinto l’Oscar come” Miglior colonna sonora non originale”, e questo è un dettaglio importante che poi vedremo, bisogna chiarire qual era il suo rapporto con la musica.

Una delle sue dichiarazioni più illuminanti al riguardo è la seguente:

Per quanto bravi possano essere i nostri migliori compositori, non sono certo un Beethoven, un Mozart o un Brahms. 

Perché usare della musica che è meno valida quando c’è una tale quantità di grandi musiche per orchestra, del passato e della nostra stessa epoca, che si possono utilizzare? Quando si fa il montaggio di un film, è di grande aiuto poter sperimentare con diversi brani musicali per vedere come funzionano con una certa scena. Questa non è affatto una prassi poco comune. Bene, con un po’ più d’attenzione e di riflessione, queste colonne musicali provvisorie possono diventare le musiche definitive.

Ryan O’ Neal nel ruolo di Barry Lyndon

Spesso ha operato in questo modo. Per “2001” ad esempio, aveva commissionato le musiche a Alex North, salvo poi rifiutarle, una volta finite e ripiegare su brani di  György Ligeti, di Richard e Johann Strauss e Aram Kachaturian, tutte musiche composte, ovviamente, molti anni prima per tutt’altre occasioni.

Per Barry Lyndon ha voluto evitare quello che, secondo lui, era un errore, e ha deciso di utilizzare tutta musica già conosciuta principalmente del XVIII secolo, lo stesso in cui si svolge la vicenda.

E questa è una caratteristica, quella di utilizzare musiche composte in precedenza che lo accompagnerà quasi sempre nella realizzazione dei suoi film.

La storia di Barry Lyndon, un avventuriero di umili origini che cerca, riuscendovi, di cambiare la sua posizione sociale, sogno che vede poi naufragare alla fine del film, è ambientata , appunto nel XVIII secolo e questo è un fattore molto importante.

Tutto, nel film, infatti, è tipico di quel secolo. La peculiare maniacalità e l’attenzione ai particolari, tipica di Kubrick, qui è al suo massimo.

Tutte le scene si ispirano, infatti a quadri di paesaggi, o di interni, di personaggi con i  costumi di quel periodo, e costituiscono una vera goduria per gli occhi e la mente. Se provate a fare un fermo immagine in qualsiasi momento vi troverete praticamente dentro un quadro del Settecento.

E’ importante sapere, ad esempio, che l’illuminazione di tutta la pellicola è fatto solo con luce naturale o quella delle candele. Per riuscire a ottenere una nitidezza delle immagini in queste condizioni di scarsa illuminazione, Kubrick si fece inviare delle lenti ottiche per le cineprese che erano quelle che la NASA utilizzava  per i telescopi.

Questo era il personaggio.

Anche la musica avrebbe dovuto  essere tutta composta in  quel periodo ma poi, visto che secondo lui, quella  settecentesca a volte mancava, per forza di cose, della necessaria drammaticità, che ricordiamo è una caratteristica che noi mutuiamo dal secolo successivo, decise di derogare in parte, ricorrendo a  soluzioni veramente interessanti come vedremo, ottenendo così una colonna sonora dai sapori  particolari e stuzzicanti.

L’importanza della musica in questo lungometraggio è evidente fin dall’inizio.

Barry Lyndon è uno di quei pochi film che vengono subito caratterizzati da un incipit musicale indimenticabile.

I primi accordi del brano di apertura, la “Sarabanda in Re minore “di Georg Frederick Haendel danno subito l’idea dell’atmosfera generale e costituiscono la cifra stilistica dell’intera pellicola legandosi ad essa in modo indissolubile

“Sarabanda in Re minore” di Haendel

Qui abbiamo un primo esempio del lavoro sulla musica.  Quella che avete sentito è, infatti, una versione  della Sarabanda di Haendel, che ricordo essere una danza lenta in ritmo ternario, riorchestrata appositamente  per il film da un collaboratore di Kubrick, il compositore Leonard Rosenman . Il  brano, in origine, era per solo clavicembalo e suonava in questo modo

Sarabanda versione per clavicembalo

 La parte orchestrale aggiunta è servita a Kubrick per dare alla musica quel tasso di drammaticità di cui aveva bisogno. Il brano non viene stravolto ma acquista un peso specifico completamente diverso.  Questo modo di procedere così particolare, e a volte spregiudicato, lo ritroviamo altre volte nella realizzazione della musica per il film.

Un ulteriore esempio dell’intelligenza, del gusto e dell’ecletticità da un punto di vista musicale di Kubrick, lo abbiamo in una delle prime scene quando, per accompagnare le immagini del luogo di nascita del protagonista, l’Irlanda, opta per un brano  dal carattere popolare ma di origine colta.

E’ una musica scritta, infatti, nel 900 dal compositore Sean O’ Riada, che viene eseguita da un gruppo folk tra i più conosciti, i Chieftains, con delle sonorità strumentali che non possono non rimandare a quei luoghi. Il brano si intitola “Women of Ireland”, le “Donne d’Irlanda” ed è di una bellezza struggente ed estremamente evocativa

Women of Ireland

Ma il vero colpo di genio, il brano più  iconico di questo film e di tutta la colonna sonora è la musica che accompagna tutte le scene dei duelli  che vedono il protagonista Barry Lyndon alle prese con cruciali momenti di svolta della sua vita.

E’, in pratica, la musica principale del film, cioè la Sarabanda di Haendel, che viene arrangiata in modo del tutto inconsueto facendo eseguire la melodia principale ai timpani dell’orchestra.

I timpani sono strumenti a percussione che si possono accordare e riescono a produrre, di conseguenza, delle note.  Il tema così arrangiato acquista un sapore ancora più sinistro anche grazie agli interventi della  sezione grave degli archi che contrappunta di tanto in tanto per rafforzare la tensione.

Soprattutto la scena dell’ultimo duello che si svolge con il figliastro in un capanno, con il persistente tubare e svolazzare di piccioni, con i padrini che dettano le regole del duello stesso, e con l’utilizzo di questa musica, diventa, in questo modo, un momento di altissima arte cinematografica

Sarabanda con i timpani

Altra scelta interessante la abbiamo quando, la musica interagisce con le scene dalle quali traspare tutta la  tristezza della moglie, conscia di essere stata sposata solo perché nobile ma di non essere veramente  amata. Quello scelto, infatti, è un brano di Vivaldi , altro compositore dell’inizio settecento. Originariamente era una “Sonata per violoncello”  e clavicembalo, o basso continuo, che è stato orchestrato, per l’occasione, per violoncello e orchestra. Nella colonna sonora ufficiale il brano viene indicato come “Concerto in MI minore  per violoncello” ma, in realtà, è un concerto che non esiste e il brano è individuabile solo utilizzando il numero di catalogo che è siglato con le lettere  RV, come tutte le opere di Vivaldi , e il numero 40.

È una melodia dolce e malinconica allo stesso tempo e la parte orchestrale aggiunta, dona alla musica un sapore più etereo, possiamo dire, rispetto all’originale

“Concerto per violoncello” di Vivaldi

Una scena molto interessante è quella che si svolge durante un concerto, per intrattenere gli ospiti, tenuto in un salone nella residenza dei Lyndon, scena che poi culminerà in uno scontro furibondo tra il protagonista e il figliastro che non ha mai  sopportato il patrigno.

La musica utilizzata , anche in questo caso, è particolare perché si tratta di una composizione di J.S.Bach, il “Concerto per due Clavicembali in Do minore” numero di catalogo BWV 1060. Lo stesso Bach ne aveva fatto una versione per violino ed oboe, come era spesso usanza in quel periodo.

Ebbene per far risaltare il ruolo della moglie che, come spesso accadeva un tempo, aveva tra gli “obblighi”, in quanto padrona di casa, quello di intrattenere gli ospiti suonando il clavicembalo, strumento presente in tutte le dimore dei nobili, nel film è stata utilizzata una versione per flauto e clavicembalo che si può ascoltare solamente guardando la pellicola in quanto nella colonna sonora ufficiale è presente solo la versione con due clavicembali.

 A ulteriore testimonianza della proverbiale maniacalità di Kubrick quando si trattava i suoi film

Concerto per due clavicembali” di J.S.Bach

Alla ricerca  di una musica che avesse un respiro drammaturgico diverso da quello dei brani composti in quel periodo, Kubrick ha fatto anche alcuni passaggi in epoche successive e, fra questi, uno dei più significativi riguarda la musica utilizzata verso la fine della pellicola nel momento in cui il figliastro detta le condizioni alla madre  per l’allontanamento del protagonista.

E ‘una composizione meravigliosa di Franz Schubert, pertanto dei primi decenni dell’ottocento.  Il secondo movimento, “Andante con moto” del “Trio per Pianoforte , Violino e Violoncello” opera 100. Una musica tipicamente dal sapore romantico che rende però benissimo l’atmosfera con la quale si chiude il film

Trio” op. 100 di Franz Schubert

In Barry Lyndon abbiamo, in definitiva, un utilizzo della musica molto interessante, e, come detto in precedenza,  anche spregiudicato in alcuni momenti.

 Quello che ne risulta è una notevole conoscenza del repertorio musicale del periodo ma non solo e la capacità di individuare, tra innumerevoli possibilità, quelle più adatte a soddisfare determinate esigenze.

Abbiamo una mescolanza di generi, dal più colto a quello più popolare, una orchestrazione del tutto nuova di brani per fornire alle scene un supporto drammatico maggiore e, inoltre,   la creazione di un brano ex novo basato su una geniale modificazione di un capolavoro del passato.

In questo film Kubrick praticamente riassume molte delle idee che poi porterà nelle sue ultime pellicole, dove utilizzerà brani di musica contemporanea, come quelli di Ligeti, canzoni di musica pop rock , come in “Full Metal Jacket”, per unire poi le varie suggestioni musicali in quello che sarà il suo ultimo lavoro che è anche il suo testamento artistico “Eyes Wide Shut” terminato poco prima della morte, avvenuta nel 1999, ma del quale non ha mai visto il montaggio finale.

Se volete avere un’idea di come si possa articolare  il rapporto tra immagini e suono, tra le arti visive e sonore, mi ripeto, Stanley Kubrick e i suoi film, sono irrinunciabili.

A meno di non volere una musica pop, non vedo alcun motivo per non avvalersi della grande musica per orchestra del passato e del presente. Questa musica può essere utilizzata nella sua forma convenzionale, oppure sintetizzata, come fu fatto per Beethoven in alcune scene di “Arancia Meccanica”.

Un grande che aveva sempre il coraggio delle proprie idee.

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